Riccardo Taverna (13 novembre 1964), milanese
“Non scegliamo la nostra vita. Scegliamo come viverla”
Comunicatore, esperto di sostenibilità aziendale, studioso della reputazione, “grande ascoltatore” e dialogatore.
Prospero Dente, il direttore della rivista “iN” di me ha scritto:
“nel suo lavoro parla tantissimo ma, soprattutto – e questa è la grandezza – ascolta tantissimo”.
Sono convinto che il benessere oggi sia il risultato degli sforzi comuni e non della somma degli sforzi dei singoli. Territorio e reti di imprese sono il modello a cui puntare. Quindi, il coinvolgimento nella vita dell’azienda di tutte le parti interessate è la piattaforma irrinunciabile per massimizzare la creazione del valore. Ascoltare attentamente i dipendenti, i fornitori, il territorio e tutti i soggetti che influenzano la capacità dell’azienda di raggiungere i suoi obiettivi, non è solo un modo di fare impresa ma un paradigma da interiorizzare, una rivoluzione che va ben oltre la “quota di mercato”. Dipende dall’ idea di impresa. Se l’imprenditore o il manager pensa l’azienda come un sistema chiuso è fuori dal tempo e, in futuro, dal mercato. Se pensa che sia un sistema aperto, fatto di relazioni, l’azienda si umanizza e il potenziale che ha da esprimere ha il solo limite della sua immaginazione.
Sostenibilità e partecipazione, sono le mie ossessioni, argomenti sui quali scrivo e continuo a studiare.
Ho passato l’infanzia in Nordafrica, in Libia, della quale ricordo la meraviglia. Ho studiato nelle scuole inglesi dove ho conosciuto ragazzi e ragazze di tutto il globo. Così ho imparato a riconoscere la ricchezza di chi è diverso da me.
Amo profondamente l’Italia. Anche perché abbiamo qualcosa in comune. Siamo entrambi sgarrupati. Ma se ce la faccio io, ce la può fare l’Italia a maggior ragione… con tutta la bellezza che ha…
In Italia ho visto un Sud che sa lavorare, anche duramente. A Siracusa, insieme a un manipolo di uomini di buona volontà ho cominciato un processo di cambiamento nella gestione dell’acqua, un bene comune. Facendo partecipare gli utenti alla soluzione dei problemi.
Per aspirare a dare un contributo che sia durevole e significativo bisogna trasmettere agli altri tutto il proprio bagaglio di conoscenza. Partecipo a master, convegni, tavole rotonde, ovunque ci sia la possibilità di condividere esperienze e sapere. Sono docente di Sostenibilità e Governance della Sostenibilità e insegno ai corsi del Sole24Ore e dell’Università Cattolica.
Saggista. Ho scritto “Tutte le fortune” un libro autobiografico per raccontare il mio modo di affrontare la disabilità. Con umiltà, soprattutto, perché non mi considero un esempio, e con ironia. Non prendiamoci troppo sul serio, possibilmente un po’ in giro.
Si perché a 23 anni sono stato colpito dalla CIDP, una malattia neurologica degenerativa invalidante. A 48 mi è stato diagnosticato il Parkinson. Tre mesi dopo sono stato colpito da un infarto. Nonostante tutte queste fortune, ogni giorno rinnovo la sfida.
Sono perseguitato dal cambiamento… Da trent’anni devo adattarmi a una condizione fisica sempre meno efficiente. Per me il cambiamento non è una scelta. È una necessità. Ne ho fatto una professione. Aiuto le imprese a cambiare.
Autore del blog autobiografico “www.badavoaibadanti.org”
Sono ambasciatore della città educativa di Siracusa.
Direttore dell’area Sostenibilità ed Economia Civile di Aida Partners “www.aidapartners.com.