Pubblicato nel mese di novembre 2014 su “iN Magazine”
(Dopo le immagini puoi leggere la trascrizione dell’articolo)


Le cinque vele di Legambiente sono assegnate ogni anno alle località che si sono dimostrate in grado di offrire vacanze da sogno e di qualità grazie alla gestione sostenibile di un territorio di eccellenza, alla salvaguardia del paesaggio, ai servizi offerti nel pieno rispetto dell’ambiente e all’enogastronomia di alto livello. Quando la bandiera con le cinque vele blu su sfondo giallo sventola su un comune, cittadini e turisti sono consapevoli di essere in un luogo speciale. Come a Noto, il comune in provincia di Siracusa che da molti anni fa del turismo ecosostenibile una delle sue principali chiavi di sviluppo. Per il comune barocco le cinque vele sono un marchio di qualità. Il riconoscimento di un eccellenza che va oltre la bellezza dei luoghi. Da sempre. Nel modello di sviluppo la tutela della qualità delle acque di balneazione è un fattore decisivo. E, forse, anche per questo il Comune di Noto ha costruito tre depuratori.
Il depuratore di Calabernardo è stato costruito a poche centinaia di metri all’interno dell’omonima marina. Terminata la costruzione l’impianto era stato dichiarato non collaudabile, un problema mai risolto. Nel 2009 Noto affidava la gestione del servizio idrico a Sai8 consegnando tutti gli impianti. Contemporaneamente, iniziava a sollecitare il nuovo gestore a compiere quegli interventi di adeguamento che le amministrazioni precedenti non avevano mai realizzato anche per i problemi di collaudo. Sai8 aveva comunque previsto un piano di lavori che portava al completamento della prima fase dell’adeguamento per la metà del mese di luglio del 2010.
Metà maggio. Dopo l’ennesimo sollecito del Comune di Noto, una circolare interna dava delle indicazioni operative agli ingegneri e ai manager. A me veniva richiesto di seguire gli eventi per gestirli nel momento in cui sarebbero finiti sulla stampa. Mi informai. Compresi il perimetro del problema del collaudo. Sai8 stava operando al meglio delle proprie possibilità. Chiesi e ottenni l’autorizzazione ad intervenire per risolvere il problema prima che finisse sulla stampa contro il gestore. Sentivo che tra le pieghe di Calabernardo si celava un’opportunità. Era una sensazione da mettere alla prova confrontandomi con il territorio.
Entrai in contatto con il Circolo di Legambiente di Noto. Il conflitto con Sai8 era acuto. Tanto acuto che il gestore era prossimo alla candidatura alla bandiera nera. La mancanza di dialogo era la causa profonda della crisi. Noto e Sai8 non conoscevano i reciproci problemi. L’11 giugno Legambiente avrebbe consegnato le cinque vele alle località italiane meritevoli. E la direzione aveva posto a Noto la condizione dell’adeguamento del depuratore di Calabernardo.
L’incontro al Bar Roma aprì un piccolo spiraglio. Fu l’inizio della “partecipazione” nelle relazioni tra Sai8 e il territorio. Nasceva per risolvere un problema. Doveva diventare il modello di gestione. Furono concordate le regole di ingaggio. Dimenticarsi del passato. Guardare al futuro insieme misurando il comportamento reciproco sulla base della coerenza tra impegni presi e impegni realizzati. Trasparenza sull’operatività e i problemi. Definizione condivisa degli obiettivi. Concordare le priorità di intervento, comune per comune, con il territorio.
A Calabernardo andò così. Durante l’incontro con il Circolo di Legambiente fu decisa una visita all’impianto illustrare gli interventi previsti, i problemi da affrontare, i tempi operativi. Legambiente avrebbe fatto altrettanto a proposito delle cinque vele. La prima fase dell’adeguamento del depuratore prevedeva la completa sostituzione di tre biorulli, che hanno il compito di abbattere le sostanze organiche presenti nelle acque reflue, e la sostituzione del quadro elettrico per la loro gestione. Il problema: la nuova generazione di biorulli era di dimensione maggiore rispetto alle vasche di alloggiamento che dovevano essere modificate. E questo richiedeva tempo. La scadenza di Legambiente, quella dell’11 giugno, era inderogabile. Così come l’esclusione del depuratore di Calabernardo dai requisiti per attribuire le cinque vele. La situazione era di stallo. Uscimmo dall’impianto mantenendo aperto il dialogo fino alla sera del giorno dopo mentre noi ci impegnavano a verificare se si poteva modificare il piano di lavoro.
La riunione nella sede di Contrada Canalicchio durò fino a sera inoltrata. Terminare la prima fase dell’adeguamento del depuratore in tempo per la cerimonia delle cinque delle cinque vele era possibile. La struttura di Sai8 sarebbe stata messa sotto stress. Furono contattati i dipendenti coinvolti così come i fornitori. A tutti fu spiegato l’obiettivo, il loro contributo e fu chiesta la massima disponibilità. Nessuno si tirò indietro. Incominciò la corsa contro il tempo. L’obiettivo concordato era di installare due biorulli entro il pomeriggio del 10 giugno. L’impianto elettrico e il terzo biorullo entro il 14 giugno. Considerando la velocità dell’operazione e le incertezze, bastava un giorno di fermo dei lavori per una banalissima pioggia, ci eravamo presi del margine. Una settimana prima del 10 giugno avevamo programmato una seconda visita all’impianto per mostrare lo stato di avanzamento dei lavori.
Il 10 giugno, il Circolo di Legambiente, il sindaco e alcuni ospiti assistevano increduli alla messa in moto di tutti e tre i biorulli. Il dialogo tra gestore e territorio, la comprensione delle reciproche esigenze avevano prodotto un risultato. Per la prima volta era stato raggiunto un obiettivo. Insieme.
Il 12 agosto, il Circolo di Legambiente di Noto, attribuiva a Sai8 l’onore di esporre la bandiera delle cinque vele sul depuratore di Calabernardo per “la gestione partecipativa e sostenibile, la modalità con cui l’azienda ha avviato l’iter per risolvere il problema”.
“Gestione partecipativa” era entrato nel lessico della provincia. Da maggio ad agosto il livello di partecipazione era cresciuto costantemente. Sai8 e le parti sociali avevano già avviato il loro luogo di confronto e di progettazione sostenibile: il Tavolo dell’Acqua.