Pubblicato su Italia Circolare il 19/11/2019
Far diventare sostenibile un’azienda è un’impresa che rende lo sbarco sulla luna una passeggiata. Già, la luna. Infatti, quando l’uomo decise di andare sulla luna, lo fece e basta.
Erano altri uomini? Forse.
“Abbiamo deciso di andare sulla Luna in questo decennio e di impegnarci anche in altre imprese; non perché sono semplici, ma perché sono ardite, perché questo obiettivo ci permetterà di organizzare e di mettere alla prova il meglio delle nostre energie e delle nostre capacità”. Lo disse John Fitzgerald Kennedy, il 35º presidente degli Stati Uniti, alla Rice University. Era il 12 settembre 1962 e JFK si trovava a Houston nel Texas per ispezionare il centro spaziale che avrebbe coordinato la missione. Sette anni dopo, il 20 luglio 1969, Neil Armstrong, il comandante della missione Apollo 11, appoggiava il primo piede umano sul nostro satellite. Il successo della missione fu dovuto, senza dubbio, al talento, alla competenza e alla determinazione degli ingegneri della NASA, ma senza la “volontà politica”, oggi forse racconteremmo un’altra storia.

Diventare sostenibile dovrebbe essere più semplice. Invece non lo è. Per diventare sostenibile un’azienda non deve sconfiggere la forza di gravità e viaggiare per 384.400 km nell’ignoto. Deve “solo” cambiare paradigma: cambiare i processi, il modo di pensare, l’identità, la gestione delle relazioni. Roba da poco. No. Il tempo per diventare sostenibile è lungo, incerto e annidato nel percorso c’è un pericolo più potente della gravità: la refrattarietà dell’uomo al cambiamento. Nonostante l’urgenza del cambiamento non sia in discussione, le imprese transitano verso la sostenibilità ancora troppo lentamente.
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