Pubblicato il 23/06/2019 su “Italia Circolare”
La tradizione vuole che il Governatore della Banca d’Italia non parli in pubblico nel mese che precede la Relazione Annuale dell’Istituto prevista ogni anno alla fine di maggio. Per rompere la tradizione il motivo doveva avere una portata quasi storica. E così è stato. Il 21 maggio 2019 Ignazio Visco ha inaugurato il Festival della sostenibilità, lasciando il segno. Perché la Banca d’Italia ha maturato la consapevolezza che la sostenibilità è un percorso obbligato per affrontare la progressiva scarsità di risorse e i cambiamenti climatici.
Nessun giro di parole. Un breve riferimento storico a Thomas Malthus, economista del XVIII secolo che per primo ha sollevato l’incompatibilità tra crescita della popolazione mondiale e disponibilità di cibo, e poi l’affondo: i cambiamenti climatici sono un fatto accertato, in futuro colpiranno le aree dell’Europa mediterranea, e in particolare l’Italia, sempre più pesantemente, le risorse finanziarie destinate alla ricostruzione cresceranno considerevolmente, l’economia reale non potrà sottrarsi all’impatto dell’aumento della temperatura che, a sua volta, aumenterà i rischi di business continuity in molti settori economici
Apparentemente nulla di nuovo. E così è in effetti. Tuttavia i concetti noti divulgati ora anche da Palazzo Koch sono una rivoluzione. Perché che la Banca d’Italia dimostri di avere maturato la consapevolezza che i cambiamenti climatici possano affondare un’economia e abbia preso una posizione in merito è un evento che rientra nella ristretta cerchia di quelli che fanno immediatamente scattare l’asticella verso l’alto. Da oggi, chi continua a negare i cambiamenti climatici e l’importanza di gestire le imprese con un approccio sostenibile dovrà affrontare anche la Banca d’Italia con il suo capitale di reputazione e credibilità.
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